La Val d’Ala, che insieme a Val Grande e Val di Viù costituisce le Valli di Lanzo, dal punto di vista geologico presenta due grandi zone strutturali: la Zona Sesia Lanzo, che occupa una fascia di circa 5 chilometri di larghezza di direzione NordEst-SudOvest, e la Zona Piemontese, che occupa tutto il settore Ovest della valle a cui appartengono le vette più importanti (Uia di Bessanese, Uia di Mondrone, Torre d'Ovarda, Monte Rosso d'Ma). Nel settore mediano della valle nel versante orografico sinistro affiora anche una scaglia delle propaggini meridionali del massiccio del Gran Paradiso.
Per un inquadramento generale della geologia e dei processi geomorfologici che hanno modellato il paesaggio e per l’approfondimento su quattro itinerari geologici nelle Valli di Lanzo è possibile consultare gli opuscoli pubblicati da ARPA Piemonte:
I corsi d’acqua che percorrono le Valli sono denominati Stura di Val Grande, Stura di Ala e Stura di Viù. Dalla loro confluenza ha origine la Stura di Lanzo.
Il Pian della Mussa, ovvero l'ampia conca di origine glaciale situata alla testata della valle e dominata dai ghiacciai della Ciamarella, è nota per la qualità delle sue acque sorgive che hanno alimentato l'acquedotto della città di Torino. L’acquedotto del Pian della Mussa, inaugurato il 24 giugno 1922, consentì di portare a Torino l’acqua della Valle di Lanzo e ancora oggi, perfettamente funzionante, grazie agli interventi manutentivi di SMAT, rifornisce i Comuni di Balme, Ala di Stura, Pessinetto, Ceres, Lanzo, Cafasse, Fiano e Robassomero e la Centrale SMAT di Venaria Reale.
Le rocce della valle sono incise da numerose profonde gole a pareti verticali e avvicinate scavate dall'azione erosiva dell'acqua formando suggestivi orridi come la gorgia di Mondrone; numerose cascate inoltre circondano il Pian della Mussa formando salti notevoli come la cascata di Balme.
Gli aspetti geologici della valle hanno caratterizzato, oltre l'aspetto del paesaggio, anche la storia secolare dell'uomo. Fin dal 1300 piccole miniere di minerali di ferro e rame hanno costituito un importante elemento dell'economia valligiana, richiamando minatori e imprenditori provenienti da altre valli. In Val d’Ala sono note le miniere di talco Bellacosta presso Ceres e i giacimenti delle Curbassere sopra Ala di Stura. Oggi le miniere sono abbandonate ma l'importanza scientifica dei ritrovamenti mineralogici è comprovata da studi e ricerche.
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