Le condizioni ambientali e climatiche varie che caratterizzano la Val d’Ala costituiscono il presupposto fondamentale per una ricchezza faunistica. Un tempo i boschi della valle ospitavano una fauna oramai estinta in quasi tutto l'arco alpino. Notizie di ciò ci vengono dai registri di vari comuni della zona che riferiscono delle cacce compiute dai duchi di Savoia nelle valli di Lanzo. Si parla di battute di caccia a orsi e cinghiali risalenti a prima del 1700. Anche il cinghiale risulterebbe estinto dal XVII secolo; solo la recente introduzione a scopo venatorio di cinghiali di allevamento ha introdotto un'esplosione geografica di questa specie che oggi determina difficoltà di gestione.
Nei boschi la presenza animale più evidente è l'avifauna. Tra le specie più rappresentative le cince, il fringuello, lo scricciolo, i luì, la capinera, gli zigoli e il crociere, dal classico becco incrociato che utilizza per aprire le pigne. Anche molti piccoli mammiferi popolano questo ambiente, soprattutto ghiri, scoiattoli e altri piccoli roditori, che insieme ai piccoli uccelli rappresentano un'importante risorsa alimentare per i predatori del bosco: ricordiamo tra i mammiferi la faina e tra gli uccelli l'astore, lo sparviero e la poiana. La morfologia del territorio, caratterizzata da numerose grotte, favorisce la presenza di animali difficilmente incontrabili ma di grande importanza ecologica: i pipistrelli.
Oltre il limite della vegetazione arborea il pascolo alpino caratterizza il paesaggio. Piccoli passeriformi quali il sordone, il culbianco, l'allodola e il codirossone dividono le risorse di questo ambiente con le marmotte e i grandi ungulati alpini. La colonia di stambecchi presente in valle di Ala, la più grande di quelle presenti nelle valli di Lanzo, è l'unica, oltre a quella francese del Parco de La Vanoise, che ha colonizzato spontaneamente un territorio esterno al Parco Nazionale del Gran Paradiso. Non è difficile osservarli salendo dalle Grange della Mussa verso il lago del Rhu.
Le marmotte sono la classica preda dell'aquila reale che, pur frequentando i pascoli come territori di caccia, nidifica nelle pareti rocciose di media quota. Questo grande rapace occupa territori di caccia molto vasti, circa 100 kmq; questo fatto limita il numero di coppie presenti nella valle a poche unità. Malgrado il basso numero e la loro grande mobilità, le notevoli dimensioni rendono questa specie facilmente osservabile e riconoscibile. In particolare nei mesi invernali è possibile osservarne diversi individui contemporaneamente.